INTRODUZIONE
Atterro all’aeroporto dell’Avana con il buio della notte cubana ed una fitta pioggia, forse simile alla stessa pioggia che diede il benvenuto a Gagarin quando Fidel e popolo attendevano il cosmonauta russo nel 1963 impavidi e indisturbati dalla tormenta caraibica.E’ un pò spoglio l’aeroporto, le donne indossano tutte i collant ed io a gennaio sperimento l’emozione di sentire 30 gradi centigradi addosso. Il taxi mi porta nel centro dell’Avana dove alloggerò e fra il buio e le gocce ed il finestrino del taxi anni 70 inizio a intravedere i primi cartelloni… gli unici cartelloni appesi per strada: a Cuba non esiste la pubblicità, né di un supermercato che fa offerte, né di un prodotto qualsiasi, normalmente accompagnato in Occidente da una donna seminuda, triste e ninfomane (così vicina ad un prodotto, non sarà mica lei stessa il prodotto?). Ci metterò giorni a capire cosa manchi nelle strade di Cuba, per ora è solo una sensazione, visivamente distratta dagli unici cartelloni presenti che mi emozionano, parlano ancora di Fidel, di Che Guevara, che è un pò come parlare della propria adolescenza, di quella rivoluzione che ha affascinato tutti prima o poi e che in fondo nessuno è mai riuscito a sradicare da qui: chilometri di memoria storica che riuscirò a fotografare solo nei giorni seguenti, alla luce del sole, all’ombra della rivoluzione.
Castro, Cienfuegos, Guevara. Fedeli alla nostra storia.
Guevara. Il nostro sacrificio è consapevole, il prezzo da pagare per la libertà che abbiamo costruito. L’Avana.
Hugo Chavez. Per sovvertire sono nato e per sovvertire vivo. L’Avana
Guevara. Vale ma milioni di volte in più la vita di un solo essere umano che tutte le proprietà dell’uomo più ricco della terra. Ospedale dell’Avana Con il Partito Comunista Cubano, Fidel e Raul sempre. L’Avana
Fidel Castro. “Rivoluzione è senso del momento storico, è cambiare tutti ciò che deve essere cambiato, è uguaglianza e libertà piene, è essere trattato e trattare gli altri como esseri umani, è emanciparci per noi stessi e con i nostri stessi sforzi, è sfidare le potenti forze dominanti dentro e fuori dall’ambito sociale e nazionale, è difendere i valori nei quali si crede al prezzo di qualsiasi sacrificio, è modestia, disinteresse, altruismo, solidarietà ed eroismo, è lottare con audacia, intelligenza e realismo, è non mentire mai né violare i principi etici, è convinzione profonda che non esiste forza nel mondo capace di atterrire la forza della verità e le idee. della rivoluzione. Rivoluzione è unità, è indipendenza, è lottare per i nostri sogni di giustizia per Cuba e per il mondo, che è la base del nostro patriottismo, socialismo ed internazionalismo”. Santa Clara.
Nella foto un celebre discorso dell’onnipresente Fidel, incontra la generazione di mezzo in quel signore che con la sua capretta porta a spasso per la piazzetta la generazione futura, quei bimbi che sbirciando dentro le loro scuole ho visto seduti su sedie sgangherate e banchi traballanti; alla parete dell’aula c’era quasi sempre un ritratto di Guevara.
Io da piccola in classe avevo Cossiga.
Interno di una scuola elementare di Cienfuegos
Insomma, riferimenti politici chiari.
Patria o morte, anche fra le baracche di Cienfuegos, anche per gatti.
Parlare di Cuba senza parlare di politica è come non parlare di Cuba. Ma una volta fatta questa introduzione, una volta visitati il Museo della Rivoluzione ed i suoi carri armati, difeso l’avvocato Castro, emblema eterno della vittoria sugli Stati Uniti, condannato il lider maximo Castro, il dittatore più longevo della storia mondiale, c’è ancora una cosa che non ha fatto nessuno: chiedere ai cubani.Flemmatici, abulici, seduti, vegetali, apatici, i cubani vivono il socialismo che è bello se sei latinoamericano ed ogni tuo problema deriva dagli Stati Uniti, ma è brutto se sei italiana e in fondo lo sai che non siamo tutti uguali. Il socialismo appiattisce, livella, rende i tuoi problemi un problema di tutti, stordisce, annienta l’ambizione, non vi sono differenze di genere, razza, religione o orientamento sessuale, non ti mancherà mai nulla, casa, scuola, sanità saranno sempre gratuiti, meraviglioso, ma i tuoi desideri quali erano? Se un giorno arrivasse una straniera a chiederti qual è il tuo sogno, che cosa risponderesti?
I SOGNI DI CUBA
Italia!
Sei una tipa tosta!
Lo spero… posso farle una foto?
Certo, mi metto a salutare tutta la sua Italia, mi piacerebbe visitarla.
Se vuole quando scatto può esprimere un desiderio. Il suo sogno qual è?
Io vorrei ritrovare i miei amici nell’aldilà.
Io vorrei morire sano.
Bene!
Posso farle una foto?
Certo, grazie!
Esprima un desiderio quando scatto, qual è il suo sogno?
Il mio sogno? Avere di nuovo l’età di chi ha sogni, signorina!
Italia…
Che bello! Io non sono mai uscita da Cuba. E’ vero che Parigi è la più bella città d’Europa?
No signora, hanno vari problemi, la stanno distruggendo da mesi, tasse troppo alte.
Ah… qui vanno intorno al 10% e le case noi non le paghiamo, le cure sanitarie nemmeno, l’istruzione anche è gratuita. A noi non piace il capitalismo.
Lei, signora, ha ragione, in realtà non piace a nessuno. Posso farle una foto?
Mi aggiusto il foulard… prego.
Se vuole posso scrivere una frase per i miei amici a fianco al suo ritratto. Che scrivo?
Scriva “el capitalismo es feroz” (il capitalismo è feroce).
Ma deve proprio?
Certo, lei esprima un desiderio, magari si avvera!
Magari… sono triste da anni…
Perché?
Mio figlio si è trasferito negli Stati Uniti, diceva che là era meglio, io non so… qui viene poco… il mio sogno è che torni a vivere qua.
Io vorrei che i miei figli stessero sempre bene e una lavatrice nuova.
Sì…
Qual è il tuo sogno?
Non lo so.
Aspetta, vado a chiamare i miei amici!
Ok… se volete potete esprimere un desiderio quando scatto, magari s’ avvera. Cosa volete fare da grandi? Qual è il vostro sogno?
Io voglio giocare nella Juventus! Anch’io! Anch’io!
Ottimo! Io sono di Torino!
Davvero? Allora devi vedere il nostro cane, guardalo lì… Ciao, se veniamo a Torino ti cerchiamo!
Faccio foto per Cienfuegos…. se vuoi te ne faccio una…
Aspetta, chiamo le mie amiche! Andremo sulla televisione italiana?
Ci provo! Se volete quando scatto, potete esprimere un desiderio, cosa volete fare da grandi, qual è il vostro sogno?
(da sinistra verso destra)
Io voglio essere dottoressa.
Io voglio comprare una betoniera.
Io voglio essere italiana.
Quando ho lasciato l’isola ho scritto questo mio pensiero personale, con l’ultimo scatto.
Ultima foto di Cuba: Fidel.
Appoggiato forse stanco o forse fiero, divisa militare eterna, quadro storto, edificio distrutto.
Sarebbe ridicolo trarre conclusioni politiche da parte mia dopo pochi giorni sull’isola ma alcune cose sono certe: il capitalismo ha fallito e si è mangiato interi popoli. Il socialismo anche ha fallito, in ogni declinazione tentata nel mondo. Nel mezzo c’è quel quadro lì storto a rappresentare la Rivoluzione cubana, nelle vesti di una resistenza all’embargo più lungo della storia del mondo a cui francamente non so come stiano sopravvivendo. E solo per questo l’isola merita un profondo rispetto, più sincero di ciò che la stampa occidentale abbia voluto trasmettere e più super partes rispetto ai soliti schemi a poli opposti.
Ciao Fidel, avevi detto “morirà il mio corpo ma non le mie idee” e mi sa che avevi ragione.